Figurine Panini: cinquant'anni di "celo, manca" in un album da collezionare

Cinquantanni di «celo, manca», parole che hanno rappresentato il lasciapassare del divertimento a basso costo e di livellamento sociale per generazioni di collezionisti, partendo da «Maciste» Bruno Bolchi che ebbe l'onore della primogenitura (mezzo secolo fa, la sua foto in bianco e nero, poi colorata e composta graficamente, fu la prima preparata per l'album d'esordio dei calciatori Panini), passando per l'introvabile Pier Luigi Pizzaballa che fece ammattire i collezionisti nel '64, fino agli Eto'o e agli Ibra dei giorni nostri.

In mezzo, altrettante raccolte di figurine Panini - nate magicamente da una intuizione di Giuseppe, Benito, Umberto e Franco -, capaci di resistere, con il loro fascino immutabile, non solo a un tentativo di clonazione ma anche ad un progresso tecnologico che ha spazzato tutto tranne l'odore inconfondibile dell'apertura della bustina di «figu».

Nel 61-62, sulla copertina dell'album di 40 pagine, che costava solo 30 lire, campeggiava Nils Liedholm, idea profetica visto che fu proprio il Milan a vincere quel campionato.

Le figurine da trovare erano 289, racchiuse a due a due in bustine vendute a 10 lire.
I calciatori si incollavano con la mitica Coccoina, la famosa «colla bianca solida da ufficio» soppiantata, nel 67-68, dal rettangolino biadesivo che resistette fino all'introduzione, nel 1972-73, delle figurine adesive (che diamo inizio ai ricordi della mia infanzia nda).


Passando per periodi di boom, conferme ma anche crisi e rilancio, la collezione dei calciatori Panini continua, ancora oggi, a presentarsi, puntuale, in edicola.

L'album di quest'anno, formato da 128 pagine con 738 figurine da trovare, celebra il mezzo secolo di questa istituzione, offrendo sezioni speciali che accompagnano le tradizionali pagine dedicate alle squadre di serie A, B, I e II Divisione, D e A femminile.

Tra queste, la più suggestiva, per chi gli «anta» li ha già compiuti, è «Frammenti di storia» che ripercorre la storia della casa modenese e della sua collezione più famosa.

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