Juventus - Argentinos Juniors Finale Coppa Intercontinentale 1985


Tutti gli appassionati di calcio dovrebbero poter rivivere le emozioni di una partita entrata a far parte della storia del calcio internazionale: la Finale della Coppa Intercontinentale 1985, Juventus-Argentinos Juniors. Gli argentini avevano vinto la loro prima Coppa Libertadores battendo nello spareggio di Asuncion del Paraguay l'America de Cali.

Venticinque anni fa, 8 dicembre 1985, allo Stadio Nazionale di Tokyo davanti a 62000 spettatori festanti. Forse la partita migliore della storia del torneo. Forse, perché ognuno ha la sua e ognuno s’inebria dei ricordi del proprio successo.
Perché ai milanisti risulterà indimenticabile la sfida del 1989 vinta contro l’Atletico Nacional Medellin, agli interisti questa contro il Mazembe.

Quella del 1985, però, fu comunque e davvero una partita storica. Dopo sette anni di dominio delle squadre vincitrici della Coppa Libertadores, alla vittoria del più prestigioso trofeo internazionale tornò una squadra europea, quella vincitrice della Coppa dei Campioni.
La Juventus era questa: Tacconi, Bavero, Cabrini, Brio, Scirea; Bonini, Manfredonia, Mauro, Laudrup, Platini, Serena.

Di fronte c’era Claudio Borghi che poi sarebbe arrivato in Italia. C’era soprattutto un mondo da scoprire. C’era un calcio, quello sudamericano, che conoscevamo soltanto in quella partita: arrivava la miglior squadra del continente e noi scoprivamo i campioni che sarebbero diventati l’oggetto del desiderio dei club europei. C’era la diretta al mattino: i ragazzini pregavano i genitori di non mandarli a scuola il giorno dell’Intercontinentale. C’erano anche le trombette dello stadio di Tokio.
Come le vuvuzelas del mondiale sudafricano, ma meno fastidiose.

C’erano i gol. Quelli fatti e quelli annullati, come quello, uno dei più belli di tutti i tempi, di Michel Platini con l’Argentinos Juniors: sombrero a un avversario in area e tiro al volo di sinistro. Una delle cose più belle mai viste su un campo di calcio, seconda però alla reazione di Le Roi: steso per terra con la testa retta da un braccio, come un imperatore annoiato. Un’immagine che non passa. Un’immagine che vale la pena di rivedere ancora.




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